E’ Carla Lazzotti che ci ha guidato all’interno della sua azienda “ La Ninfea” alla scoperta della coltivazione di fiori di loto, la più grande di tutta Italia. Poco lontana dal centro di Massarosa, nella frazione di Bozzano, località Cagliana, si trova l’immensa distesa di circa 7 ettari (70.000 metri quadrati), completamente a conduzione familiare della signora Carla, il marito e la figlia.
In questa zona paludosa, dove fino agli anni ’50 veniva coltivato il riso, oggi si può ammirare lo spettacolo unico che solo questi fiori offrono.
L’idea di iniziare a coltivare i fiori di loto, come ci ha raccontato Carla, è nata quasi per caso poiché ai bordi delle vasche delle antiche risaie, erano già presenti spazi dove crescevano fiori di loto spontanei. Una volta terminata la produzione del riso, adattate le vasche, l’azienda ha deciso di concentrare la produzione su questi fiori, nelle tonalità di bianco e rosa.
Ad oggi la richiesta del mercato italiano è ridotta, ma è invece molto apprezzata da quello estero, e l’azienda giornalmente spedisce i fiori a Sanremo, dove proseguono il loro viaggio verso Germania, Francia, Inghilterra, Svizzera, che gli adoperano per usi ornamentali, medicinali, e nell’alimentazione
Come raggiungere la distesa di Fiori di Loto di Massarosa? Il percorso fiori di loto è perfetto…una passeggiata magica su una pista ciclabile unica in Versilia
La raccolta di fiori di loto
La vendita dei fiori di loto è concentrata nella stagione estiva, in quanto la fioritura avviene proprio tra giugno e settembre. Non hanno un momento specifico durante la giornata per essere raccolti, l’importante è che siano boccioli verdi, così da poter affrontare il viaggio e mantenersi più a lungo.
La raccolta dei fiori avviene con una falce, addentrandosi nella palude, con appositi stivali a coscia. Vengono poi confezionati a mazzi di 10 e chiusi all’interno di una loro foglia.
Passione, cura e attenzione
La coltivazione non richiede particolari e specifiche cure, in quanto le foglie marcendo cadono nell’acqua e agiscono da fertilizzante e concime naturale. Ma comunque ha bisogno di attenzioni come tutte le coltivazioni richiedono.
Carla ci ha spiegato che a primavera le vasche limacciose hanno bisogno di essere controllate e ripulite dalle erbacce e cannelle che potrebbero soffocare la pianta prossima alla fioritura. Un ulteriore problema è dato dagli animali, come le nutrie e i cinghiali, che per cibarsi del tubero alla radice del loto distruggono il terreno.
Ultimamente una piccola parte della distesa è marcita a causa di una fonte sconosciuta di inquinamento, che l’azienda spera di rintracciare e risolvere.
Non solo fiori di loto
In queste vasche l’azienda dedica una piccola parte anche alla produzione delle ninfee, spesso confuse con i fiori di loto, ma che, a differenza di questi ultimi alti tra 1 e 4 metri, crescono a filo d’acqua.
Im fiore “quasi” ignorato
Molti conoscono la distesa di fiori di loto, grazie all’omonima ciclopista, Percorso fiori di loto di Massarosa (VIDEO), che offre un colpo d’occhio mozzafiato, ma pochi sanno che quella apparentemente infinita distesa di fiori è solo una piccola parte di una coltivazione grandissima, la più estesa d’Italia, un’azienda di lavoratori che, nonostante tutto, si impegnano per far conoscere un prodotto così ricco di opportunità in tutto il mondo. La speranza di Carla è che oltre alle foto e alla politica “si accorgano che c’è qualcuno che lavora”.
Noi di Destinazione Terra vi abbiamo fatto scoprire questo angolo di paradiso dietro casa nostra, a voi non resta che fare un buon viaggio.
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