Non tutti hanno sentito parlare del quartiere Coppedè a Roma. E questo ci meraviglia, essendo un vero e proprio gioiello di artisticità che non passa certo inosservato. Un misto di magia, mistero, paura e fascino pervade il visitatore che osi attraversare la sua imponente arcata per visitare il quartiere. Noi impavidi lo abbiamo attraversato, e siccome siamo tornati sani e salvi cerchiamo di raccontarti le nostre impressioni, cosicchè anche tu possa andare di persona a vivere l’esperienza del quartiere Coppedè a Roma.
Dov’è il quartiere Coppedè
L’ingresso principale del quartiere si trova su via Tagliamento. La metro più vicina è l’uscita Battistini sulla linea A. Da lì puoi prendere vari pulman in direzione Tagliamento. E se fai bene attenzione fuori dal finestrino sicuramente non potrai sbagliare su qual’è la fermata giusta.
Perchè Quartiere Coppedè?
Il suo nome deriva dall’architetto Gino Coppedè che in questo angolo tra piazza Buenos Aires e via Tagliamento dette sfogo alla sua creatività. Gli edifici del quartiere Coppedè vennero costruiti agli inizi del ‘900, in pieno regime fascista. Eppure non si direbbe proprio, l’architettura è completamente diversa da quella che il regime fascista richiedeva. Basti pensare all’ Altare della Patria a Roma, uno stile semplice, pulito e dalle linee definite. Al contrario del quartiere Coppedè, dove palazzi, palazzine ed edifici hanno un numero elevatissimo di grechine, ghirigori, linee curve, personaggi, mosaici e colori. Ma non è il solo mistero che si annida fra quelle costruzioni.
Fuori dal quartiere Coppedè
L’entrata principale del quartiere è già emozionante, un gigantesco arco ti accoglie. Ma un’aurea di mistero ti pervade appena ti avvicini. Sulla destra una madonna con bambino si mostra un po’ diversa da come siamo abituati a vederla, non tiene il bambino stretto fra le sue braccia, ma lo “dona” al visitatore.
L’arco collega i due Palazzi detti degli Ambasciatori e al centro presenta un grande mascherone, come ce ne sono tantissimi altri all’interno del complesso di edifici di Coppedè.
Andando avanti e passando sotto il gigantesco arco, la sensazione di mistero e angoscia viene accentuata dal lampadario in ferro battuto, il cui cigolio ti fa entrare nel clima giusto.
Entriamo…
Ci siamo… superata l’arcata principale entri nella città del mistero. Non puoi fare altro che alzare gli occhi al cielo e scoprire di essere osservato da grandi maschere, sculture in marmo, figure alate, animali, simboli esoterici. Lì in mezzo sei risucchiato da un vortice di occhi che osservano ogni tua mossa. Alcuni dicono di essersi realmente sentiti osservati da qualcuno che si nascondeva dietro le finestre degli edifici. In effetti questa sensazione non la abbandoni fino all’uscita. É un luogo talmente silenzioso e fuori dal comune che ti catapulta in un mondo fantastico.
La fontana delle rane
Andando avanti arrivi nella piazza centrale, Piazza Mincio, decorata al centro dalla Fontana delle rane. Realizzata sempre dall’architetto Coppedè, ha una struttura divisa in quattro. Ognuna delle quattro strutture è formata da una figura umana che regge una conchiglia. Sopra di essa una rana che sputa acqua. Si dice che assomigli molto alla Fontana delle Tartarughe in piazza Mattei a Roma. In realtà, la presenza delle conchiglie e di un’ ape sul bordo della vasca fanno pensare che sia un omaggio a Bernini.
I Villini delle Fate
A primo impatto l’edificio che colpisce di più è il Villino delle Fate. Sembra quasi finto, da quanto è colorato, pieno di archetti e dettagli in ferro battuto.
Avrai visto sicuramente un villino così nei migliori cartoni animati di fate e streghe o nei film di fantascienza. In realtà sono tre edifici differenti che l’architetto Coppedè dedica a tre città italiane: Firenze, Roma e Venezia. Facendo bene attenzione sulle pareti troverai le figure di Dante e Petrarca, la Lupa di Roma e il Leone di Venezia. Per il resto le decorazioni sembrano quasi di tessuto e presentano angioletti, putti e fiori. Possiamo solo immaginare come deve essere l’interno.
Palazzo del Ragno
Un altro edificio particolare è il Palazzo del Ragno. Chiamato così per la decorazione sopra il portone d’ingresso che rappresenta un grosso ragno oro su fondo nero. Questo animale simboleggia l’operosità. Per questo alzando lo sguardo un po’ più su, sul dipinto sopra il balconcino si noterà la scritta “labor”.
Palazzo senza nome
L’ultimo (si fa per dire) palazzo di cui ti parliamo non si chiama realmente senza nome. Siamo noi sbadati che non ce lo ricordiamo proprio. Sicuramente i cinofili e soprattutto gli amanti dell’ horror, in particolare di Dario Argento lo avranno già visto. Stiamo parlando del palazzo che si vede nel film “Inferno”. La protagonista Eleonora Giorgi, sale quella scalinata, particolare per la sua decorazione, per entrare a cercare un libro misterioso.
Altre scene di film famosi sono state girate in questo quartiere, e come dare torto ai registi, questo luogo potrebbe essere la perfetta ricostruzione di un set cinematografico.
Che tu sia un amante del cinema, un amante del mistero o semplicemente curioso noi ti consigliamo davvero di fare una visita nel magico quartiere coppedè di Roma. Non rimarrai sicuramente deluso, anzi tornerai a casa con occhi nuovi e pieni di fascino.
P.S: se capiti nel quartiere Coppedè e vuoi aiutarci a ricordare il nome del palazzo “Senza nome” SCRIVICI a info@destinazioneterra.com.
Vuoi rimanere aggiornato su tutte le attività e idee di viaggio particolari che raccontiamo? Seguicu sulla nostra pagina Facebook Destinazione Terra e Instagram. oppure ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER gratis per non perderti tutte le novità di Destinazione Terra – il blog di Davide & Rachele direttamente sulla tua mail! Che ne pensi? Inserisci la tua mail sotto… non costa nulla… solo proposte uniche e particolari!
Buona avventura!
1 commento
Ma che bello questo post!! È misterioso…Fa proprio venire voglia di visitare questo quartiere!! Spero di visitarlo presto!!