Questo lunghissimo articolo dimostrerà che anche sotto un inutile viottolo di terra asciutta ed erbacce secche c’è molto di più. Questi apparentemente inutili sentieri di montagna, se potessero parlare, racconterebbero di bambini che volevano giocare, di uomini che volevano lavorare e di donne che volevano prendersi cura della loro famiglia. Questi sentieri raccontano di come la vita di una persona può essere fucilata in nome dell’idea di uno solo. Questi sentieri raccontano la storia. La storia vissuta a Sant’Anna di Stazzema. Una storia che, oggi più che mai, deve essere conosciuta e onorata. Oggi festeggiamo insieme la liberazione dell’Italia, oggi festeggiamo la nostra libertà.
Buona festa della liberazione sempre!
Il lungo ponte del 25 aprile è ormai iniziato. Stai cercando un modo alternativo per onorare la Festa della Liberazione? Ecco la nostra proposta: i sentieri della pace a Sant’Anna di Stazzema. I percorsi sui passi della Linea Gotica sulle Apuane.
Questi percorsi sono percorribili da tutti, e sempre. Visitare Sant’Anna di Stazzema è sempre un buon modo per ricordare fin dove la mente umana ha osato spingersi. Camminare nel piccolo centro abitato, e ad ogni passo riflettere, vale molto di più dell’ormai banale “per non dimenticare”.
Per non dimenticare una cosa deve essere vissuta intensamente, capita e tenuta ben chiara alla mente. A Sant’Anna di Stazzema tutto ricorda quanto è costata cara la libertà. Quella stessa che oggi noi festeggiamo riposandoci, non lavorando o viaggiando. Ebbene, lì a Sant’Anna quello che è successo si sa. E’ scritto sui libri di storia. Oggi, come sempre, abbiamo il dovere di ricordarci chi ha perso la vita per la nostra libertà.
Sui passi di una ferita di pietra
Detto questo, la nostra proposta è una passeggiata sui sentieri dei monti dell’Alta Versilia, ma non una semplice passeggiata. Qui lo splendore della natura e gli scenari mozzafiato che si aprono all’orizzonte sono stati spezzati, in tempo di guerra, per volere dei nazisti, da una lunghissima ferita fatta di pietra, chiamata Linea Gotica. Oggi sono ancora ben visibili le tracce di questo muro difensivo. Istituito dal feldmaresciallo tedesco Albert Kesselring nel 1944, fu un ordine di Hitler. Il muro chiamato Gotenstellung, venne eretto nel tentativo di rallentare l’avanzata dell’esercito americano, che risalendo la nostra penisola continuava a liberare le città dal dominio nero.
La Linea Gotica (detta anche Linea Verde) spezzava l’Italia passando per l’Appennino: dal Tirreno all’Adriatico. Salendo da Sarzana, a cavallo fra La Spezia e Massa Carrara, proseguiva lungo le Alpi Apuane e la Garfagnana. Seguiva i crinali dell’Appennino emiliano e toscano fino al Montefeltro e a Pesaro. Per i tedeschi fu uno degli ultimi tentativi di resistere alla sconfitta della seconda guerra mondiale.
Uno squarcio di pietra che non riuscì a dividere l’Italia. E’ grazie alla forza degli alleati, ma soprattutto all’immensa voglia della resistenza dei partigiani italiani, che l’unione vinse sull’odio e le armi.
Un appuntamento indimenticabile con la storia
Sant’Anna di Stazzema era uno dei tanti paesi attraversati dalla Linea Gotica. Qui, per colpa di un destino atroce la storia ricorda uno degli appuntamenti più tristi e indimenticabili dell’umanità.
Il 12 agosto del 1944 Sant’Anna di Stazzema fu teatro di una strage spaventosa. Più di duecento militari tedeschi delle SS, quasi tutti giovanissimi, uccisero con disumana efferatezza 560 tra uomini, donne e bambini. L’eccidio rientrava nella politica di terra bruciata voluta dai nazisti per isolare i combattenti della resistenza.
L’elenco delle vittime include centinaia di bambini: una di loro, Anna Pardini, era solo una neonata. L’eccidio di Sant’Anna di Stazzema è ricordato in libri e film, ma venendo in questo angolo di paradiso è possibile visitare il museo, realizzato a poche decine di metri dalla chiesa, scenario della strage. A Sant’Anna si staglia verso il cielo anche il monumento Ossario, che accoglie i resti delle vittime. Eretto sul crinale, che protegge la statua di una giovane madre che stringe al petto la piccola bambina uccisa dai nazisti. Un monumento imponente su uno straordinario belvedere in direzione della costa versiliese.
Una passeggiata tra natura e memoria a Sant’Anna di Stazzema
E’ qui che la storia e la memoria hanno incontrato la natura. Uno spettacolo straordinario offerto dalle montagne, il verde dei boschi, le valli, le case di pietra, la costa e l’orizzonte infinito. Un paese dove armonia e bellezza regnano sovrane nonostante la triste e buia pagina storica.
Già di per sé visitare questo piccolo paese dell’Alta Versilia è un’esperienza da fare. Scoprirlo angolo dopo angolo e godere dei panorami è sicuramente emozionante.
Nel 2000 Sant’Anna è stata proclamata Parco Nazionale della Pace. Dal 2012 una rete di percorsi segnati, i sentieri della pace, consentono di esplorare il territorio circostante, le sue vette e i suoi boschi. Qui affacciarsi verso magnifici panorami e soffermarsi a pensare è sicuramente un’esperienza particolare. Muoversi a piedi, esplorando con calma, passo dopo passo, consente di immergersi nella natura e nella storia (con la quale abbiamo sicuramente annoiato ma…) che è fondamentale anche per capire la nostra attualità.
I sentieri della pace
I percorsi si snodano attraverso i sentieri della pace. Stupende mulattiere in pietra e tratti del Sentiero Alta Versilia, realizzato dall’unione dei Comuni della Versilia. Arrivati a Sant’Anna di Stazzema esistono molti cartelli che indicano i sentieri. Tutti tracciati e ben percorribili da tutti per tutto l’anno.
Uno di questi, tra i più particolari, scende verso il paese. “La Via Crucis di Sant’Anna”. Questa Via Crucis è un sentiero lastricato che, dalla piazza della chiesa, attraverso il bosco, conduce all’Ossario e al memoriale della Pace. Lungo il percorso sono disposte formelle di bronzo, realizzate da insigni artisti. Queste collegano il Calvario di Cristo all’eccidio del 12 agosto 1944…ad ogni altro martire, della guerra e della violenza…di ogni luogo e di ogni tempo.
La pace e la tranquillità che si respirano accrescono la suggestione del luogo. Tutto invita il pellegrino al raccoglimento e alla riflessione.
Sulle tracce della Linea Gotico sul Monte Folgorito
Per vedere da vicino quello che resta della Linea Gotica bisogna,però allontanarsi una mezz’ora da Stazzema. La linea infatti attraversava l’Italia dall’Adriatico fino a Montignoso, nella provincia di Massa -Carrara. La grande ferita interessava tutta la dorsale circostante: dal Passo degli Uncini, Passo della Greppia, Passo del Pitone, monti Carchio e Folgorito.
E’ proprio quest’ultima vetta che conserva maggiormente i resti della Linea Gotica. Oggi rimangono alcune testimonianze storiche degli avvenimenti conclusivi della guerra mondiale, in particolare lungo il sentiero 140. Buche, trincee, camminamenti, caverne rifugi, dormitori e postazioni di tiro, tutte della tedesca Wermacht. Le condizioni però non sono delle migliori, la cartellonistica è lasciata miseramente perire a cielo aperto e la natura sta cominciando a cancellare le tracce.
Il Monte Folgorito è una vetta modesta che non raggiunge nemmeno i 1000 metri, ma sa regalare un itinerario storico misto ad un panorama unico sulla costa e sulle vallate retrostanti. La zona è carica di storia e conserva i resti della Linea sulla vetta e lungo il sentiero che ci porta.
Il nome Folgorito gli deriva dal fatto che la sua cima appuntita è bersaglio dei fulmini che vi si scagliano con forza durante i temporali estivi. Una vetta che, già martoriata dalla guerra, continua ad essere martoriata dalla natura.
Passo dopo passo sulla Linea Gotica
Per arrivare alla vetta ci sono vari punti di partenza. Per scoprire i resti della Linea Gotica, si deve seguire il sentiero 140, percorribile sia dalla località Pasquilio che da Seravezza. Dalla vetta il panorama si apre sulla costa da Livorno fino al golfo della Spezia. Fino alle isole dell’arcipelago toscano. Nelle giornate limpide è possibile ammirare anche la forma della Corsica.
Sulla vetta è possibile vedere quello che resta di una trincea che faceva parte del sistema difensivo tedesco. Altra particolarità della vetta del Monte Folgorito, è la gigantesca croce. Portata qui il 12 giugno 1986 dagli abitanti di Montignoso, rappresenta un grande monito, ma anche un record, con il peso di 16 quintali è la più grande delle Apuane.
Una lapide ricordo così recita:
I montignosini innalzando questa croce, o Signore, invocano pace ed amicizia tra i popoli di tutto il mondo. Senza guardare il colore della loro pelle. O della loro bandiera. Illumina, Iddio di tutte le genti, i potenti ed infondi loro saggezza!
Il mondo aspetta e spera.
Nessun messaggio più azzeccato di questo poteva esser scritto in un luogo del genere.
Sul Folgorito si decise la guerra
Negli ultimi mesi della guerra il fronte si attestò proprio in questa zona. Da un lato Seravezza era sotto il controllo alleato, mentre dall’altro Massa-Carrara era ancora sotto il giogo nazi-fascista. Fu proprio nella zona del Folgorito che gli alleati, con l’appoggio dei patrioti apuani, sferrarono l’attacco finale che sorprese i soldati tedeschi. Qui venne creato il primo varco nella zona occidentale della Linea Gotica. Da qui iniziò la liberazione apuana e del Nord Italia.
Era la mattina del 5 aprile e i soldati della fanteria americana, guidati dai partigiani, sorpresero addormentati e fecero prigionieri i tedeschi. Da qua si portarono sulla vetta del Folgorito, difesa da alcuni tedeschi e italiani, e iniziarono un’aspra battaglia. Tutti i militari morirono e di alcuni non rimase alcun segno di riconoscimento. Il giorno dopo la battaglia si concluse con la vittoria degli alleati dando il via al cammino di liberazione italiana.
Buon viaggio anche a te
Ora che vi abbiamo annoiato abbastanza con tutta questa storia (ma se stai leggendo questa frase probabilmente è perché sei interessato) non ti resta altro che decidere, organizzarti e farti una bella passeggiata.
Ricordati che nonostante siano percorsi percorribili facilmente, occorre almeno un minimo di preparazione e di organizzazione. La montagna non perdona se non si sta attenti.
A chi non è arrivato fino in fondo a leggere voglio dirgli che cerchi altro. Questo è il nostro spazio, noi ci divertiamo così. Questa è la nostra idea di viaggio. Viaggiare non è spostarsi, ne collezionare calamite o inutili souvenir. Viaggiare è uno stile di vita che ti spinge alla conoscenza di qualcosa che non si sa. E’ Stupirsi! Se pensi sia noioso…viaggia a modo tuo e buon divertimento!
Buona passeggiata!
Foto by Touring Club Italiano – Federica Giannecchini
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2 commenti
Splendido articolo, complimenti. Ogni passo permette di interiorizzare quello che questi luoghi drammaticamente raccontano. Grazie!
Graze Silvia! Vuol dire che siamo riusciti nel nostro intento… 🙂