Hai mai parlato con un ulivo millenario? E se gli alberi potessero parlare? Quante cose avrebbero da dirci. Quante esperienze potrebbero raccontare. Ma se voi saprete ascoltare, siamo sicuri che sentirete le storie che ognuno di loro ha racchiuso nel proprio tronco. E rimarrete stupiti da quanta conoscenza e saggezza portano con sé.
La storia di questo albero ci è stata raccontata da lui stesso! Pensate che ha ben più di 1000 anni e tutti lo chiamano l’ulivo millenario. Esatto! Il nostro ultramillenario è un bellissimo ulivo, che si trova a Massarosa in località Piano del Quercione (provincia di Lucca).
Che tu stia cercando di organizzare una passeggiata sulle colline di Massarosa, oppure stai cercando cosa vedere in Versilia, mettiti comodo, non puoi perderti questa storia. Senza ombra di dubbio, l’ulivo millenario è davvero particolare. Una particolarità unica tra tutte le colline lucchesi.
Gli olivi di Massarosa, monumenti storici dall’Antica Roma a oggi
Secoli fa i colli di Massarosa che fiancheggiavano la piana acquitrinosa che da Massaciuccoli correva fino a Montramito, passando per le frazioni del paese, tra cui Piano del Quercione, erano ricoperti da una folta distesa di lecci e di querce. Sui profili delle colline di Massarosa apparivano già qua e là piccoli appezzamenti di oliveti e di vigneti, introdotti in Versilia da coloni inviati dalla Repubblica di Roma nel II e I sec aC. Le invasioni barbariche del V secolo dC, prima, le guerre gotico bizantine e quelle longobarde bizantine, dopo, avevano costretto i poveri contadini che abitavano quelle zone a rifugiarsi sulla sommità delle colline, soprattutto nell’attuale frazione panoramica di Pieve a Elici.
E fu così che quelle pregiate colture di viti e di olivi i cui frutti venivano commerciati con altre regioni d’Italia, in cambio di stoffe pregiate, o di sale, o di grano siciliano, si inselvatichirono e si persero… e con esse, ricchezze e lavoro.
La storia racconta che uno di quei primi secolari olivi è rimasto fortunatamente in vita fino ai nostri giorni a testimonianza di tempi lontanissimi, testimone silenzioso e saggio della storia e della tradizione plurimillenaria dell’olivicoltura di Massarosa. È l’ulivo millenario della Fornace di Marcaccio, a Piano del Quercione.
Un albero che può costituire, se si riuscirà a salvarlo da altri mali e se sopravviverà alle conseguenze del cambiamento climatico, un monumento storico dal valore inestimabile e un emblema della principale attività dei padri dei “Pianigiani” (così sono chiamati gli abitanti di Piano del Quercione) che della faticosa e paziente arte dell’olivicoltura ne hanno fatto una forma di sostentamento ma soprattutto un impegno silenzioso nella conservazione di un territorio fragile che dura da almeno ottocento anni.
Il curioso caso dell’ulivo “dei 30 zoccoli”
Si hanno testimonianze di questo albero dallo scrittore George Martini, che dimorò a Lucca per diciotto anni nel XVIII secolo, il quale durante un suo soggiorno nella zona trovò questo meraviglioso ulivo e rimasto folgorato dalla sua imponenza scrisse nel suo diario di viaggio: “Rimasi stupito della grandezza fuor dell’ordinario dell’albero, che allargava i suoi rami come una quercia.”
L’Ulivo millenario di Piano del Quercione, dunque, tre secoli fa era già grande quanto una quercia quindi, probabilmente, già plurimillenario. Era talmente enorme che sopra i suoi rami a raccogliere le olive c’erano ben 13 contadini che indossavano gli zoccoli.
E proprio gli zoccoli, un dettaglio apparentemente secondario, sono diventati oggi i protagonisti della storia dell’ulivo millenario di Piano del Quercione, oggi conosciuto anche come “l’Ulivo dei trenta zoccoli”.
Tutto sembra risalire proprio all’epoca dell’episodio riportato dallo scrittore menzionato prima, che osservando le calzature indossate dai 13 contadini che lavoravano sulla pianta e contò 26 zoccoli. Ma 26 è una cifra anonima, quindi arrotondando, per semplicità, il 13 a 15, e gli zoccoli sono diventati 30.
L’ulivo millenario di Piano del Quercione oggi
Oggi pur conservando la sua originaria imponenza, non sarebbero più immaginabili 13 persone sui suoi rami. Anche se ha ancora una circonferenza di circa 10 metri, un’altezza di 9 metri e una chioma di 10 metri, oggi appare sicuramente meno rigoglioso rispetto a secoli fa.
Oggi l’ulivo millenario appare come un insieme di tronchi separati ma tutti ben saldi ad un’unica ceppaia che affonda le radici nella storia millenaria del territorio di Massarosa.
Oggi la sua forma è veramente particolare perché al centro è come svuotato e i tronchi che si diramano sembrano di ulivi diversi.
Cinquant’anni fa, passando di qui, non era difficile trovare seduti al suo interno degli anziani che giocavano a carte. Oggi entrare nel suo tronco, ammirare questo monumento storico naturale da dentro e contemplando i suoi rami ripensando alla loro storia plurimillenaria è come fare un viaggio nel tempo. Varcando, con rispetto la soglia dei tronchi si avverte un’energia potente che, come un abbraccio, avvolge e fa avvertire tutto il carico di sapere che come un vecchio saggio conserva dentro la sua anima.
Ascolta quello che dice l’ulivo millenario come un vecchio saggio
Entrando con rispetto nel centro dell’ulivo millenario, prestando attenzione alle emozioni che suscita, guardando verso l’alto, si viene come risucchiati in un vortice. Si sente il cuore vivo dell’ulivo che batte, i suoi tronchi come braccia che ti stringono e le sue foglie come dita che ti sfiorano. Ascolta quello che ha da dirti.
Guardando bene noterai che i suoi tronchi crescono verso l’esterno e seccano all’interno. Sembra quasi che voglia insegnarci qualcosa, come un avvertimento che ciò che appare all’esterno non sempre rispecchia l’interno. Se ci immaginiamo l’ulivo come un saggio nonno che ci da consigli sulla vita, data la sua esperienza millenaria, potrebbe volerci dire che l’apparenza inganna. A volte le cose, o le persone, che sembrano belle non lo sono poi così tanto.
Oppure di non perdere mai di vista il futuro perché se siamo forti dentro, si può sempre ritrovare la forza per ripartire e rinascere più forti di prima, come i suoi rami che sbocciano verdi di vita verso l’esterno contando sulla forte corteccia interna del passato che li sorregge.
E come tutti i vecchi saggi che si rispettano, potrebbe volerci dire molte cose, a ognuna la sua. Tutto dipende da noi se vogliamo ascoltarle o no.
Una passeggiata tra gli ulivi di Massarosa
Se stai cercando qualcosa da vedere in Versilia di particolare, l’ulivo millenario di Massarosa ti aspetta, lo trovi in ogni stagione, non si muove di lì.
È l’idea perfetta per una passeggiata a primavera a Massarosa, sulle colline in Versilia per ammirare lo spettacolo di un territorio unico. Da un lato il verde argenteo degli ulivi, dall’altro “il padule” con i suoi campi coltivati, il lago di Massaciuccoli e in fondo il mare.
Dall’ulivo millenario di Piano del Quercione, seguendo il sentiero sterrato che sale lungo il fianco della collina partono alcuni sentieri che portano nel cuore della collina chiamata “la Gulfa”. Un mix di uliveti e boschetti popolati da piante, fiori e animali selvatici per un’immersione rigenerante nella Natura.
Dove si trova l’ulivo millenario di Piano del Quercione
Il grande Ulivo millenario si trova a Massarosa, più precisamente nella frazione di Piano del Quercione. In fondo al paese, sul lato nord, sulla destra per chi proviene da Massarosa, indicato da un cartello segnaletico. Si percorrono meno di duecento metri di una strada privata, chiamata Via della Fornace, fino a giungere davanti un paio di abitazioni, in una delle quali vive l’attuale proprietario della pianta.
L’Ulivo si trova in una proprietà privata a fianco dell’abitazione del proprietario, in posizione dominante la piana, e incorniciato da una siepe e dal giardino.
L’ulivo millenario di Piano del Quercione è uno dei punti di interesse naturalistico, storico e culturale più importanti di Massarosa che fa parte del percorso “La Via delle Erbe e dei Fiori”. Un itinerario a tappe diffuso sul territorio massarosese in cui, tappa dopo tappa, puoi scoprire le eccellenze agricole di Massarosa ma anche enogastronomiche, paesaggistiche e culturali e non solo. Scopri di più, clicca qui.
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